2010 in review

dicembre 30, 2010

Ah già, ho anche un blog.
In un lampo di originalità, volevo scrivere un pallosissimo elenco delle cose che mi son piaciute e delle cose che non mi sono piaciute dell’anno che sta finendo.
E dunque lo faccio.

Nel 2010 mi è piaciuto molto il triplete. Calcisticamente, sono a posto per 10 anni. Possono fare quello che vogliono, davvero, anche andare in B. Io sono felice così.

Il 2010, poi, è stato l’anno in cui ho scoperto improvvisazione teatrale, che è forse il motivo per cui non scrivo più sul blog e trascorro molto meno tempo in rete: le mie energie creative vengono completamente prosciugate durante le lezioni. Se non avete mai visto uno spettacolo di Impro (o Improv, per gli anglofoni) probabilmente vi state perdendo la vostra cosa preferita e non lo sapete. Per me era così, fino a qualche mese fa.

Ho scoperto un sacco di telefilm spettacolari (Breaking Bad, Sons of Anarchy, The Wire…) ma è finito Lost e soffro.
Ho finito anche i Sopranos: siamo su livelli altissimi.

Al cinema, a parte la fulminazione Inception, molti film carini ma niente che mi abbia sconvolto.

Non parliamo poi della musica: non ho idea di cosa mi sia successo, ma mi è completamente passata la voglia di scoprire roba nuova. Guardo solo indietro, ormai, perchè qualitativamente non c’è paragone. Non vedo perchè perdere tempo a cercare un gruppo attuale decente (sempre più difficile) quando pescando a caso nei cinquant’anni precedenti trovo un capolavoro dopo l’altro. Il bello è che fino a pochi anni fa detestavo chi mi faceva discorsi del genere. Gli rispondevo che era importante vivere i nostri tempi, era importante che la musica di oggi fosse la colonna sonora delle nostre vite. Un cazzo vero. La cosa importante è sentire una bella canzone. Stop.

Di conseguenza, ho appeso le cuffie al chiodo e la mia carriera da diggei di nicchia, per non dire di minchia, può considerarsi conclusa. Senza alcun rimorso: semplicemente non me ne frega più di far ascoltare musica alla gente.

Comunque, se proprio devo trovare qualcosa che mi è piaciuto, dico i dischi dei Manics, dei Gaslight Anthem, dei National, degli Arcade Fire e un altro paio che adesso non ricordo. Quello degli Interpol invece è brutto.

Libri: devo finirla di leggere libri sui Beatles. Ma continuano a regalarmene. Quello su John Lennon che mi ha regalato Riccardo ad esempio è geniale.

Ho anche riscoperto il mio animo nerd e iniziato a giocare a D&D. Burro il paladino è ormai parte di me.

Poi: amo sempre lei, quindi fatevene una ragione e smettetela di strapparvi i capelli e lanciarmi reggiseni, ragazze.

Il cane è sempre pazzo.

Non ho più 29 anni bensì 30.

E poi c’è quell’episodio, piuttosto grosso e piuttosto personale, che è andato a colpire e a segnare per sempre una delle persone a cui tengo di più al mondo. Quello no, decisamente non mi è piaciuto. Si tira avanti, ma niente sarà più come prima.

Giusto perchè non mi andava di concludere in maniera triste il mio primo post dopo tanto tempo, ecco una faccia buffa: :-è

6 Risposte to “2010 in review”

  1. Barto said

    “Gli rispondevo che era importante vivere i nostri tempi, era importante che la musica di oggi fosse la colonna sonora delle nostre vite”. Beh, per quanto mi riguarda, è ancora così, anche se sono d’accordo sul sempre più difficile trovare un gruppo attuale decente.

  2. hyperpanda said

    BUUUUURROOOOO!

  3. guineja said

    Due parole

    Alexi Murdoch

    Facciamo quattro

    American Life (Away we go)

    E poi ne riparliamo 😛

  4. guineja said

    ah si, auguri… o qualcosa del genere

  5. Franz said

    Titolo del geniale libro su John Lennon?

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